Aerosol e bambini: battaglia quotidiana !
La magia del Natale

Oggi voglio iniziare ponendovi una domanda: come ve la cavate con i lavaggi nasali?

Non so voi ma mio figlio non ne va matto e ogni sera devo braccarlo per pulirgli il naso dal muco.

Purtroppo il raffreddore è una delle malattie più diffuse: il naso si riempie di muco e non si riesce a respirare bene e, se non ci si soffia il naso, occorre che in qualche modo lo si pulisca! Un bambino impara a soffiarsi il naso attorno ai due anni, quindi prima di quella età bisogna purtroppo ricorrere a lavaggi con soluzione fisiologica.

I lavaggi nasali non hanno controindicazioni e, dopo un primo approccio con il pediatra, possono essere tranquillamente utilizzati dai genitori in funzione dei sintomi delle banali infezioni, anche per lunghi periodi o più volte nel corso dell’inverno. In linea generale i raffreddori, anche ricorrenti, non destano preoccupazione fino al momento in cui non iniziano a comparire secrezioni giallastre, indice di una possibile infezione che richiede una consulenza pediatrica per una terapia mirata, per evitare che un banale raffreddore si trasformi in sinusite o qualche altra situazione più seria.

Il lavaggio va effettuato con soluzioni a temperatura ambiente o appena intiepidite, quindi consiglio in inverno di scaldare un po’ la siringa o la pipetta sotto l’acqua corrente o a bagnomaria.

L’operazione è semplice, anche se alcuni bimbi non la gradiscono e tenerli fermi diventa difficile:

  1. Stendi il bambino nel fasciatoio (o comunque in un ripiano) e inclinagli leggermente la testa da un lato. Attenzione a non spingerla indietro altrimenti la soluzione di lavaggio finirà in gola, facendo tossire il piccolo.
  2. Introduci delicatamente la punta del flaconcino o siringa senza ago nella narice del lato più lontano dalla superficie di appoggio e spruzza il liquido delicatamente, ma con fermezza: lo vedrai uscire dalla narice opposta (quindi se il bambino è girato a destra spruzzerai la soluzione nella narice di sinistra e la vedrai uscire dalla narice di destra).
  3. Ripeti con l’altro lato.

Per aiutare il bambino a respirare meglio è importante anche umidificare gli ambienti domestici e mantenere una temperatura non superiore ai 18-20 gradi, invitare il bambino a bere spesso (o poppare se è un neonato allattato al seno) in modo da fluidificare il muco e favorirne l’espulsione, e alzare il materasso qualche centimetro dalla parte della testa, in modo che anche durante il sonno il muco scenda dalle cavità nasali senza intasarle.

I lavaggi nasali, però, non sono sempre necessari: ricordiamoci che un naso sano non ha bisogno di nessuna manutenzione in quanto è dotato di un sistema di auto-pulizia. Infatti dal naso in giù sono presenti  tanti piccoli “bastoncini” che si muovono e battono dall’alto verso il basso per eliminare le secrezioni che normalmente si accumulano e che vengono prodotte dal nostro corpo; quando c’è un problema (come un raffreddore) questa capacità di movimento e di pulizia è rallentata.  Inoltre neonati e lattanti di pochi mesi respirano spesso in modo rumoroso soprattutto durante il sonno, emettendo piccoli grugniti e strani suoni che, alle orecchie drizzate dei genitori, potrebbero sembrare rumore del catarro e del naso chiuso. Immagino che un pargolo sano, se potesse parlare, direbbe che preferisce di gran lunga ronfare anziché esser torturato con acqua salata nel naso!

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